Temi preferiti delle ricerche

Quando nel 1973 mi sono avvicinato alla storia locale, non immaginavo che le ricerche avrebbero occupato buona parte del mio tempo libero dalla professione scolastica. Il merito di questo avvicinamento è di Ezio Scalfi, allora preside della scuola media di Spiazzo Rendena, dove insegnavo materie letterarie. La stima che avevo per lui mi ha fatto capire che la storia e la cultura locale in genere, compreso il dialetto,
dovevano essere rilevanti se lui vi si applicava con tanto fervore.

Mi sono interessato anzitutto alla vita e all'organizzazione delle antiche comunità, un tema che poi ha resistito fino a oggi. Preferivo le organizzazioni "dal basso" e storie della gente comune; all'inizio rifuggivo da ciò che sapeva di "signorile". Perciò non mi interessavano le vicende della nobile famiglia Lodron. In seguito però ho capito da solo che non potevo comprendere la storia dei sudditi senza conoscere quella dei feudatari locali che la incrociava e determinava.

Poi è arrivato il filone delle guerre (campagne napoleoniche, Corpi Franchi del 1848, campagna garibaldina del 1866, Prima guerra mondiale), che la gente ha patito come una "Widerfahrnis" (come un "evento contro"). Anche qui ho prediletto sempre una "lettura dal basso", attraverso l'esame delle scritture popolari.
Questa attenzione mi ha portato qualche anno dopo a studiare l'emigrazione negli Stati Uniti nei primi anni dell'Ottocento e a costruire storie di famiglia sulla base di documenti privati.

Allo studio e alla documentazione del dialetto del mio paese (Storo, Trento) sono arrivato ancora per impulso di Ezio Scalfi, ma in questo lavoro mi hanno aiutato anche alcuni partecipanti ai corsi dell'Università della Terza Età.